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Rosa, dalla Bocconi al contratto di bracciante agricola

Rosa, dalla Bocconi al contratto di bracciante agricola

15 Maggio 2024

di Tatiana Salsi

Rosa Benedetti ha 26 anni e un sorriso che comincia negli occhi e si appoggia entusiasta sulle labbra. L’aria frizzante di Romagna unita a un pizzico di energia partenopea l’ha accompagnata lontano, poi l’ha riportata a casa come bracciante agricola, tra le colline dell’Alta Valle del Savio e l’odore dei prugnoli nei boschi.

Dopo la laurea in giurisprudenza alla Bocconi di Milano e la pratica in uno studio legale, ha affrontato l’esame per diventare avvocato. Un appuntamento importante, che non l’ha però distolta dal suo desiderio più autentico: tornare all’azienda agricola biodinamica di Mercato Saraceno, la Tenuta Santa Lucia.

Per maturare scelte importanti ci vuole sempre il giusto tempo e, magari, anche una buona dose di esperienze. Per Rosa è stato così. Conoscendo e vivendo la città di cemento, le sue dimensioni e i suoi ritmi, Rosa ha scoperto che i valori che desiderava avere nella sua vita abitavano altrove.

“A diciotto anni – racconta – mi sono trovata in quella fase in cui si cerca una propria strada e si tende ad allontanarsi da quello che i genitori ti dicono sia giusto fare. Ero in una specie di limbo e non sapevo quale percorso di studi affrontare. Alla fine ho scelto di studiare legge perché è una di quelle facoltà che può darti un’infarinatura su come funzionano molte cose nella vita. Del resto il mondo moderno è tutto codificato dalle leggi. Devo dire che non mi pento di questa scelta, perché è stata utile per rafforzarmi e prendere coscienza di ciò che davvero vorrei fare nella vita”.

LA VITA DI ROSA A MILANO

Milano è tante cose, tante opportunità, ma allontana dalle ricchezze della natura. “È una città – spiega Rosa – che ti sconnette dal vero andamento della vita, dalle cose che davvero contano. In questo senso, e lo dico da persona molto pragmatica, ti allontana dalla realtà e ti aliena. A Milano puoi arrivare a pensare che i polli nascano nel reparto polli e che i piselli crescano nel reparto frutta e verdura. Io entravo al lavoro la mattina e l’uscita era sempre un punto interrogativo. Mangiavo cibo precotto, preconfezionato. Cercavo di mantenere le mie abitudini, cercavo le stagionalità, il consumo fresco, ma in una città così è impossibile, soprattutto per un giovane che non ha molti soldi a disposizione. Dopo gli studi e tre anni di lavoro in uno studio legale, ho capito che quella non sarebbe stata la mia strada”.

LA TRADIZIONE AGRICOLA

Dalla primavera del 2023 Rosa lavora alla Tenuta Santa Lucia, seguendo passo passo le indicazioni del padre Paride Benedetti, agronomo e una passione per l’agricoltura biodinamica condivisa con la moglie Assunta, campana, anche lei agronoma.

“Ho cominciato – continua Rosa – con mio padre pian, piano. Lo seguivo ovunque e lui mi spiegava tutto. È accaduto durante il lockdown, che per me è stato un momento di consapevolezza, il momento che mi ha permesso di riflettere e prendere coscienza delle cose, dei valori che sentivo di voler portare avanti. Io avevo un progetto alle spalle che volevo portare avanti ed era quello della mia famiglia”.

Rosa ha afferrato un testimone che arrivava dal passato. “Questa storia – precisa – parte dal mio bisnonno paterno, che era il contadino di una ricca proprietaria terriera. Il territorio dove viviamo è sempre stato dedito alla viticoltura e questa donna investiva per produrre vino. Mio bisnonno gestiva i campi e produceva vino con il nome di Anna Maria Moroni. Si lavorava la terra e si raccoglievano grano, uva e tanto altro. L’azienda era un’attività agricola a 360°. Mio padre si è poi specializzato nel contesto vitilvinicolo, ma portiamo avanti una realtà che produce dal grano all’olio”.

GLI INSEGNAMENTI 

Le indicazioni sul campo di Paride hanno insegnato tanto a Rosa. La bracciante agricola per vocazione ha scoperto che, prima di procedere con la raccolta dell’uva, è necessario testarne un campione, coglierne il giusto grado di croccantezza. All’inizio il suo palato era ancora acerbo e non in grado di valutare le caratteristiche organolettiche del chicco d’uva, poi Rosa ha cominciato ad avere un certo grado di autonomia.

Il suo desiderio di imparare non si è però fermato.

“A Milano – ricorda – incontravo tutto il giorno persone incravattate, iper titolate, bellissime donne. Mi sono trovata improvvisamente ad avere a che fare con il contadino che ogni giorno mi porta le uova e magari parla di cose per lui semplici, ma per me davvero illuminanti. Nelle persone in campagna ho trovato una dignità e un sapere che non avevo mai visto prima. Ognuno di loro ti può insegnare un mestiere: sono custodi del sapere. Se noi giovani non saremo in grado di imparare un briciolo di queste nozioni, che sono sempre state tramandate di generazione in generazione, sarà disperso un patrimonio. Un contadino ti dice che utilizza il vimini, che cresce proprio nei suoi terreni, per legare la vite, l’altro di cosa dà da mangiare alle galline così non si ammalano. Tutte cose che se vai in città e le racconti ti dicono che è ‘stregoneria’, proprio come bollano la biodinamica senza conoscerla affatto. Con queste capacità, questi insegnamenti, questa dignità e buone maniere dei contadini oggi bisognerebbe farci libri”.

Rosa è anche felice di non essere sola in questo percorso: “Ho incontrato giovani, spesso laureati che, esattamente come me, sono affascinati dai racconti degli anziani agricoltori. Non sono tanti questi giovani, ma hanno capito il valore e la concretezza di insegnamenti che a scuola non si imparano”.

STEINER E LA BIODINAMICA

“Sono cresciuta tra le letture di Rudolf Steiner e in una famiglia che ha sempre praticato l’agricoltura biodinamica. Sono felice degli insegnamenti che ho ricevuto, dell’educazione all’alimentazione – cioè nutrire il corpo e non solo saziarlo a prescindere – e al consumo. Io sono del 1997 e i miei fratelli Antonio e Andrea, del 1991 e del 1994. Il primo è un chirurgo e il secondo lavora con me alla Tenuta Santa Lucia. Tutti abbiamo avuto la fortuna di essere cresciuti in un’ottica di ciclicità, dove ogni cosa deve essere di qualità, prodotta in un certo modo e con una storia. La Natura ci dà tutto e ogni cosa esiste per una ragione, compresi i carciofi a primavera, che sono l’alimento giusto per depurare il fegato dopo i cibi più pesanti dell’inverno”.

Alla Tenuta Santa Lucia l’aria di primavera raccoglie profumi autentici. Rosa si sofferma un momento, osserva i filari all’orizzonte e dice sorridendo: “Non potete immaginare come mi sono sentita quando ho letto quale fosse il mio ruolo sul contratto di lavoro qui alla Tenuta… C’era scritto ‘bracciante agricolo’. Non ho saputo resistere: ho mandato un messaggio ai miei amici. Abbiamo riso insieme”.

Da giurista a bracciante agricola a volte il passo è breve.

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