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Come tenere in equilibrio la crescita delle piante

Come tenere in equilibrio la crescita delle piante

28 Giugno 2023

“Dappertutto, in tutti i campi dove agisce l’azoto, il mondo vede appena l’azione finale dei suoi effetti, la parte più superficiale, ma non i nessi naturali con cui opera[…]”

Rudolf Steiner, 11 Giugno 1924, Koberwitz , “Impulsi scientifico spirituali per il progresso dell’agricoltura” Editrice Antroposofica

L’azoto svolge un importante ruolo nella crescita delle piante. È implicato nello sviluppo delle parti verdi e di conseguenza delle produzioni agricole e delle rese produttive. È un costituente della clorofilla e partecipa alla sintesi dell’acido nucleico; la sua funzione è quindi importante per la divisione cellulare e la crescita dei giovani tessuti. Questo è quello che si conosce esteriormente dell’azoto, ma vi sono una serie di conseguenze meno note di questo elemento chimico.

Rudolf Steiner non considera l’azoto solo come un elemento chimico ma come un essere vivente che agisce in natura, un essere che ha delle qualità e delle caratteristiche che non dipendono solo dai legami con altri elementi ma anche dai i processi che lo coinvolgono.

Possiamo distinguere, per cercare di comprendere meglio come agisce questo elemento, tra azoto organico e azoto di sintesi. L’azoto organico è coinvolto nei processi viventi e lo utilizziamo quando facciamo un sovescio o quando ad esempio allestiamo un compost animale. In biodinamica però si fa un ulteriore distinzione che è soprattutto qualitativa. Si parla quindi di azoto vivente quando l’azoto organico è perfettamente inserito all’interno del colloide del suolo e può essere assorbito dalle piante senza arrecare squilibri, come farebbe invece un letame fresco sparso al suolo. Questo azoto sta generalmente sotto il suolo ed è stato elaborato dai batteri azotofissatori sia liberi sia simbionti.

L’azoto di sintesi invece lo possiamo definire più deleterio e con gravi effetti sulle colture. Viene estratto dall’azoto inerte presente nell’atmosfera e si comporta come un sale che asseta le piante d’acqua e le porta ad un rigonfiamento idrico. Ne consegue che i tessuti diventano ipertrofici, deboli, con una linfa appetitosa per insetti, funghi e batteri. È quindi utile che, in una azienda biodinamica, le concimazioni e l’approvvigionamento dell’azoto possano avvenire solo attraverso l’uso di azoto organico-vivente. In particolare bisogna far sì che l’azoto provenga dal suolo stesso attraverso la formazione di flore microbiologiche autoctone utili alla formazione di azoto vivente. Qualsiasi concimazione organica deve essere attentamente misurata in quantità e qualità pena l’indebolimento delle colture e il loro deperimento.

In un organismo agricolo biodinamico c’è sempre bisogno di azoto ed il mezzo più semplice per innescare il ciclo dell’azoto organico-vivente è quello del sovescio biodinamico plurispecie.

Tre sono le specie essenziali che devono essere presenti al momento della semina:

  • le leguminose che portano l’azoto nel suolo dall’aria (ad esempio favino, veccia, pisello)
  • le graminacee per l’apporto di carbonio tramite la cellulosa (ad esempio orzo, segale, sorgo)
  • le  crucifere per l’apporto di calcio e zolfo (ad esempio senape, colza, rafano)

Il quantitativo di ogni specie nel miscuglio deve essere calcolato sulla base della coltura successiva. Inoltre anche lo stadio di crescita e di fioritura in cui andrà interrato o piegato svolgono effetti molto differenti sul suolo e di conseguenza sulle produzioni che seguiranno.

L’agricoltore “Demeter” ovvero colui che applica con serietà e dedizione le linee guida dell’agricoltura biodinamica e dei disciplinari di produzione Demeter, sa che la trinciatura o la piegatura del sovescio e lo stadio vegetativo in cui esso si trova svolgono un ruolo importante sul ciclo dell’azoto. Se questa operazione viene svolta con cura le piante che coltiveremo in quel terreno non avranno ne un eccesso di azoto ne una carenza, e questo porterà ad avere piante equilibrate e sane.

L’azoto deve poter fluire in forma finissima da tutte le parti viventi dell’organismo agricolo, come le siepi e gli alberi, ma anche dagli animali sia domestici che selvatici.

Le diverse qualità di azoto, indipendenti dalla formulazione chimica, prodotte dai diversi esseri viventi, costituito ognuno da diverse caratteristiche finissime, incluso l’azoto espulso dai polmoni umani, va a costituire una corporeità complessiva nell’organismo agricolo, un corpo senziente. Conoscere il risultato finale pratico dell’azoto è compito dell’agricoltore biodinamico e questo gli permetterà di poterlo gestire nel modo migliore per avere piante sane.

*vedi il calendario biodinamico

Paolo Pistis www.paolopistis.com

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