Manuale di Viticolutra Biodinamica
Adriano Zago
Manuale di Viticoltura Biodinamica
La prima guida pratica per applicare il metodo agricolo biodinamico al vigneto
Prefazione di Carlo Petrini
Terra Nuova, Firenze, 2023
247 pagine
Euro 31,50
Adriano Zago è innanzitutto uno straordinario formatore, che unisce la competenza tecnica e l’esperienza pratica alla capacità di trasmettere concetti e procedure con grande chiarezza. Non è scontato, non sempre questi tre elementi convivono nella stessa persona, ma quando succede, e quando questa persona decide di scrivere un manuale in cui sistematizza le conoscenze e le informazioni necessarie a chi voglia intraprendere (o anche semplicemente comprendere) il percorso della viticoltura biodinamica, ne viene fuori un libro piacevole, denso ma mai pesante, ricchissimo di informazioni ma anche di spunti di riflessione.
Se volete capire cosa è il metodo biodinamico in agricoltura e in particolare in viticoltura, questo è il libro che fa per voi.
L’andamento del volume non è quello classico dei manuali di viticoltura, perché innanzitutto è importante capire in quale panorama culturale e agronomico la viticoltura biodinamica si inserisce. La prima parte del volume è infatti dedicata all’agricoltura biodinamica in generale, all’idea di organismo agricolo, ai preparati biodinamici.
A prima vista si tratta di un libro per viticoltori che abbiano intenzione di avvicinarsi al metodo biodinamico, o per quanti già lo applicano ma hanno piacere di trovare riunite tutte le informazioni importanti in un unico testo che le organizza e le aggancia a considerazioni più ampie, ad esempio di carattere economico e gestionale, senza trascurare le questioni relative al prodotto finito, alle sue caratteristiche e a quel che bisogna tenere in considerazione al momento dell’assaggio.
Eppure, proprio per queste ultime caratteristiche risulterà un libro interessante anche per chi non si occupa né di vigneti né di agricoltura, ma è un consumatore attento che desidera conoscere meglio questo mondo.
Infine, allargando ulteriormente il campo, risulterà una lettura illuminante per chi voglia comprendere quali sono le caratteristiche di un metodo che ancora troppo spesso è conosciuto in modo approssimativo e nutrito di vuoti luoghi comuni.
Ultimo ma non minore, è un libro importante per chi si occupa di ecologia, per chi cerca di capire come, in questo momento di sempre maggiore preoccupazione per quel che riguarda il cambiamento climatico, una parte del mondo agricolo sta contribuendo a mitigarne le conseguenze e a invertirne la tendenza.
«Risulta essere sotto gli occhi di tutti – scrive nella prefazione Carlo Petrini, fondatore di Slow Food – il fatto che la produzione di cibo sia la maggiore responsabile dell’inquinamento atmosferico, della scarsa salubrità dei terreni e delle malattie che colpiscono la salute degli esseri umani». Se questo è vero – e purtroppo lo è –nel mondo della produzione agroalimentare le uniche forze che stanno lavorando (e non da oggi) per curare il pianeta anziché aggravarne le condizioni sono le produzioni biologiche e biodinamiche, ed in particolare queste ultime risultano particolarmente efficaci nella misura in cui considerano sempre l’intero sistema di interazioni, alleanze e relazioni: «(…) l’azienda vitivinicola biodinamica – leggiamo nell’introduzione al libro scritta da Enrico Amico, presidente di Demeter Italia – beneficia della rete di “alleanze” che cura con attenzione e costanza. Il “vino buono” non sarà merito solo di vigne ben condotte, del cornoletame e di procedure corrette in cantina, ma anche dei frutteti che quelle vigne circondano, delle galline che le visitano , della collaborazione e delle chiacchiere con i vicini di casa e di campi, degli scambi con gli apicoltori della zona e dei tempi di attesa e riflessione, spesi a immaginare, per poi progettare e realizzare un’attività economica che sia innanzitutto un organismo vivente, dispensatore di vita».