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Associazione biodinamica e Demeter all’evento di apertura di B/Open 2021

Associazione biodinamica e Demeter all’evento di apertura di B/Open 2021

12 Novembre 2021

Il modello dell’agricoltura biologica può rappresentare un paradigma per la sfida della sostenibilità lanciata con il Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza? E quali azioni del PNRR possono favorire la crescita dell’agricoltura “organic”? A queste e altre domande hanno cercato di dare una risposta i partecipanti al convegno di apertura dal titolo “PNRR, filiera agroalimentare sostenibile e biologico: politiche e strategie di sviluppo” che si è tenuto lo scorso 9 novembre a Verona in seno alla manifestazione B/open. Tra i relatori, in rappresentanza del mondo biodinamico, il Presidente di Demeter, Enrico Amico e il Presidente dell’associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Carlo Triarico.

Di seguito una sintesi di quanto è emerso dal dibattito

Stefano Vaccari, Direttore generale CREA, presenta una serie di interessanti dati. Il Bio nel mondo rappresenta il 1,5% di superficie agricola mondiale, in Europa (con Russia) il 3,3%, mentre in Unione Europea l’8%. In Italia, terra degli agricoltori più bravi nelle colture più complesse (ortive e frutticole) ci sono oltre 2,2 milioni di ettari bio. Per raggiungere gli obiettivi Farm to Fork il nostro paese dovrà arrivare a 3,2 milioni ettari di SAU bio, cioè aumentare di 1 milione e cento mila ettari. Oggi il bio italiano si concentra in meridione. Le risorse per innestare il processo di conversione disponibili tramite PNRR sono: 500 milioni per agricoltura di precisione, 1.200 milioni per contratti di filiera ma non ci sono risorse dirette per il biologico. Il PSN invece finanzia direttamente il bio: tra PSR ed ecoschemi il CREA stima che ci saranno circa 450 milioni/anno solo per il biologico. “Oggi il vero ostacolo al bio è il rapporto Stato-Regioni: non sono possibili politiche centralizzate sul tema (Art 5 costituzione) e quindi ogni regione ha le sue politiche sul bio. Sarebbe necessario cambiare la legislazione e sburocratizzare”.

Giuseppe Romano, Presidente AIAB afferma che l’obiettivo del 25% SAU in biologico è relativo alla media europea e che l’Italia dovrebbe porsi l’obiettivo del 30% di SAU bio al 2027. Certamente servirebbero 900 milioni di euro, il doppio di quelli stimati. “Oggi si è esaurita la spinta motivazionale, gli agricoltori devono fare una scelta molto più radicale, è quindi necessaria quindi formazione, consulenza, ricerca, innovazione… Se siamo stati i più bravi dobbiamo continuare a mantenere la leadership”.

Riccardo Cozzo, Presidente ASSOCERTBIO esordisce dicendo che c’è stato un appiattimento nella crescita del biologico in Italia negli ultimi 3 anni per vari motivi: troppa burocrazia (vedi carte delle visite ispettive), aumento dimensione media aziende e uscita dal sistema delle piccole aziende. Nel 2022 avremo il nuovo regolamento comunitario che prevede la certificazione di gruppo per piccoli produttori. “Il biologico oggi è l’unico standard esistente formalizzato di agricoltura sostenibile e il consumatore chiede sempre di più una agricoltura sostenibile ambientalmente. Nei dati dobbiamo tenere in considerazione anche l’agricoltura tradizionale presente in moltissime parti del mondo”

 

Carlo Triarico. Nel Piano d’azione per l’Agricoltura biologica la Commissione Europea ha posto come obiettivo principale di destinare, entro il 2030, il 25% del terreno agricolo all’agricoltura biologica. Per raggiungere questo obiettivo l’Italia dovrà lavorare sia sul mercato interno che su quello estero.

Tra le principali criticità evidenziate la frammentazione normativa in Italia dovuta al fatto che le Regioni hanno Piani di Sviluppo Rurali diversi con modalità diverse per l’erogazione dei fondi. Altra grave criticità riguarda il ritardo nell’approvazione della Legge sul Bio.

Triarico cita una pubblicazione scientifica a cura dell’INRAE, l’Istituto Nazionale per la Ricerca Agronomica francese che ha effettuato una metanalisi dalla quale è emerso come il biodinamico abbia un impatto ecologico migliore rispetto agli altri metodi agricoli. Queste ricerche, di fatto, smentiscono le dicerie che in Italia ostacolano la Biodinamica. “In assenza di dibattito, queste dicerie danneggiano non solo il biodinamico, ma anche le imprese biologiche e il mercato del bio nel suo complesso. La Biodinamica, infatti, applica il biologico in forma più restrittiva e, dai dati a disposizione, emerge come ci siano incrementi nelle rese e nella qualità dei prodotti. La biodinamica realizza alti redditi (13mila Euro/ettaro) anche perché i buyer internazionali cercano il prodotto di alta qualità su cui gli agricoltori biodinamici italiani sono forti e competitivi” conclude Triarico.

Il Sen. Francesco Battistoni, Sottosegretario di Stato del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ribadisce che lo strumento più utile al biologico è la Legge che si augura che a gennaio venga approvata. “Avendo la delega al biologico sono sostenitore della legge. Abbiamo una legge fatta bene, nei tempi e nei modi. Dobbiamo però rivedere il tavolo del biologico in attesa dell’approvazione della legge”.

La superficie a biologico è un obiettivo ma per raggiungerlo è necessario puntare all’incremento del consumo. “Il problema oggi non è trovare i fondi il problema e mettere in atto progetti che intercettano queste risorse. Spendiamo 5 milioni di euro per portare il biologico nelle scuole. È fondamentale andare a stimolare l’aumento della domanda” conclude il Sottosegretario.

Enrico Amico presenta l’Associazione Demeter che, insieme all’Associazione Biodinamica, rappresenta e costituisce il movimento Biodinamico italiano. Demeter è presente in 64 paesi al mondo e in Australia 30% superficie biologica è biodinamica. Demeter è brand molto conosciuto e in Italia le aziende biologiche più mature si sono convertite al Biodinamico. Questo è importante perché il mercato estero continua a richiedere maggior prodotto certificato Demeter. Amico sottolinea come l’agricoltura biodinamica, con i suoi disciplinari già adempia alle richieste dell’Europa per quanto riguarda il 10% dei terreni agricoli destinati alla biodiversità. La biodinamica potrebbe essere presa come modello per trainare verso l’alto tutto il settore biologico.

“Il PNNR ci offre grandi strumenti ma sono critico riguardo agli investimenti destinatati ad una maggiore competitività (come quelli relativi a logistica e trasporti). Già oggi le nostre regioni fanno le corse per non incorrere nel disimpegno automatico. Saremo in grado di raccogliere questi nuovi fondi? Bisognerebbe semplificare la burocrazia, cambiare le regole. Inoltre, il settore agricolo è storicamente poco appetibile per il settore creditizio e questo ci potrebbe penalizzare nella fase di elargizione dei fondi”.

Maria Grazia Mammuccini, Presidente Federbio, sottolinea il ruolo importante che le associazioni del bio svolgono per la crescita del settore. “Siamo in una fase strategica per il bio perché tante aziende agricole possono passare al biologico. Lo sviluppo degli ultimi 10 anni è stato legato al mercato. Siamo leader nel biologico in Europa ma altri paesi crescono molto più velocemente di noi, come la Germania e Francia”. Il mercato italiano vede i consumi crescere più della produzione: cereali e legumi sono i prodotti che importiamo di più nonostante siano prodotti anche nel nostro Paese.

“Dobbiamo puntare al 30% per il 2027, dobbiamo andare oltre gli obiettivi dell’Europa e per fare questo servono assistenza tecnica, ricerca, innovazione e formazione, comunicazione e informazione per incentivare i consumi ma anche digitalizzazione e semplificazione della certificazione”. E conclude “A gennaio entra in vigore il nuovo regolamento europeo del biologico e dobbiamo avere la legge sul Bio approvata”.

Dopo questa prima parte di interventi è seguita una tavola rotonda dal titolo “Orizzonte al 2030: la vision delle Associazioni sindacali” che ha visto come relatori: Luigi Tozzi, Responsabile settore biologico Confagricoltura; Maria Letizia Gardoni, Membro della Giunta Esecutiva Coldiretti e Presidente Coldiretti Marche; Secondo Scanavino, Presidente Cia-Agricoltori Italiani; Franco Verrascina, Presidente Copagri; Francesco Torriani, Coordinatore del settore biologico dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

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