
Demeter a Vinology 2012
Demeter Italia ha partecipato alla prima edizione di Vinology 2012 a Prato, la rassegna dei vini biodinamici proposta da una associazione di promozione culturale Arteria.
Presso il Politeama di Prato sono arrivate molte aziende vitivinicole che praticano il metodo biodinamico pur non essendo certificate e pur essendo una manifestazione promossa in tempi stretti ha visto la partecipazione di 17 aziende certificate Demeter di cui 5 con tavolo proprio, 6 nel tavolo del gruppo Renaissance e 6 nel tavolo Demeter Italia.
La partecipazione è stata rilevante sopratutto di ristoratori, buyer e infine estimatori del vino.
Marco Serventi ha poi rappresentato i viticoltori Demeter nel dibattito di domenica sul tema della certificazione a cui hanno partecipato produttori, Leonello Anello, e Ivo Bertaina per Agribio.
Per la prima volta si è pubblicamente discusso sui temi che vede insieme tre realtà con un passato di relazioni problematiche in tema di certificazione e di marchi relativi all’agricoltura biodinamica.
Sul solo tavolo Demeter a Vinology (23-24 novembre 2012) vi erano le bottiglie di:
I produttori presenti sono stati:
- Cascina degli Ulivi
- Colombaia
- Fabbrica di San Martino
- La Cerreta
- Podere Còncori
- Tenuta di Valgiano
- Stella Di Campalto
- La Busattina
- Duemani
- Caiarossa
Una manifestazione interessante che prevedeva un incontro sul tema della certificazione biodinamica a cui la Demeter ha partecipato insieme a Agribio e Leonello Anello che lo promuoveva.
Un incontro in cui Anello ha illustrato per sommi capi i lavori di ricerca per una valutazione della “biodinamicità del vino” con 7 parametri integrati tra cui l’organicazione dell’orizzonte del suolo, il contenuto di rame nel suolo, analisi per immagini e altri confluenti in una formula di calcolo differenziale che dovrebbe giungere a un numero indicante il “valore” biodinamico del vino.
A seguito di questa illustrazione ha posto il problema del senso di avere un marchio con standards rigidi di fronte alla formulazione di un metodo numerico di valutazione della qualità di un prodotto.
Marco Serventi ha accolto con vivo interesse la breve illustrazione di questa ricerca chiedendo di far conoscere metodo e risultati di questa così come di eventuali altre a tutto il movimento biodinamico incluse le due organizzazioni storiche (Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e Demeter Italia) in modo da arricchire e far evolvere conoscenze, metodi e pratiche dei tutti i nostri agricoltori; ha rilevato altresì che ogni proposta culturale in tema di ricerca biodinamica o antroposofica deve essere conosciuta, valutata da tutti gli agricoltori e operatori del biodinamico.
Unico discrimine, per Serventi, resta quello che non sia accettabile come “progresso” un voler piegare paradigmi scientifici antiriduzionisti e goetheanistici a compromessi meccanicistici.
Tipico esempio di questo tentativo in ambienti accademici è quello di organizzare una “lettura” informatica e statistica da parte del computer delle forme emerse dalle analisi per immagini, al fine di “numerificare” il risultato ed in ultimo di delegare allo strumento un processo che deve essere innanzitutto interiore.
Non ha senso tuttavia confondere il piano della ricerca con quello della “forma” sociale e giuridica con cui un marchio comunica al consumatore i processi produttivi a monte del prodotto biodinamico con quello scientifico e di libera ricerca conoscitiva e metodologica che è compito spirituale.
Demeter esprime il lavoro di migliaia di agricoltori in una forma che è in continua modificazione per poter garantire il massimo livello possibile dell’evoluzione della media dei propri soci.
La forza di questo processo evolutivo viene proprio dal lavoro di ricerca e affinamento dei processi produttivi in agricoltura che decanta poi in regole e forme giuridiche. Serventi ha anche rilevato che il vino rappresenta solo una parte e nemmeno la più essenziale della produzione agricola.
Non va dimenticato che il dramma di un agricoltura distrutta nei suoi fondamenti scientifici, sociali, economici e culturali investe la totalità del mondo agricolo del pianeta. L’Organismo Agricolo di benedettina memoria è stato smembrato nell’800 così come anche l’uomo agricolo e i suoi saperi.
Si è preteso di trasformare gli “organi” in aziende agricole come fossero piccole e medie imprese specializzate da inserire nel sistema economico-industriale con il sostegno feroce del mondo accademico, sanitario e finanziario.
Ora ci si accorge che l’humus, la vita, la cultura, i saperi, l’integrità spirituale necessarie per produrre cibi vitali è venuta a mancare. Allora se questo è vero è necessario con umiltà tessere nuove forme che liberino l’agricoltore dall’orrore di essere ridotto a piccolo produttore industriale, vittima dei business plan mortali imposti dal “mercato” (come sei il mercato avesse proprie leggi simili a quelle della Natura…).
Demeter ha uno standard che è una dolorosa forma di irrigidimento rispetto all’enorme vitalità , mutabilità della vita agricola biodinamica.
È stata una scelta avvenuta tempo fa da parte dei biodinamici del pianeta per trovare una forma giuridicamente sostenibile e utile per avere “regole minime” comuni.
Un tentativo di sostenersi e sostenere il consumatore e di difenderci dai “pirati”, furbi, e truffatori che spesso tentano di passare per biodinamici.
Le regole non indicano alcun vangelo, ma sono solo forme che si mutano e si adattano in base al maggior impulso di libertà e sviluppo utile in quel momento storico.
Queste forme giuridiche cambiano e crescono con lo sviluppo della maturità conoscitiva, tecnica, umana di una classe agricola che ha disperatamente bisogno di mettersi in rete, ricostituirsi e creare una nuova realtà anche economica ma di una economia nuova.
Di fronte a questa consapevolezza Demeter Italia non può che vedere come positivi gli impulsi che possono far evolvere gli agricoltori biodinamici e approfondire, consolidare e affinare i propri talenti e capacità, perché questo porta a cambiare le regole migliorando tutti i sistemi utili a costituire una rete del futuro.
Ma, ha ribadito Serventi, non vi è futuro senza messa in rete e ha invitato Leonello Anello a diffondere, e far conoscere anche all’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica il proprio lavoro perché tutti possano valutarne premesse, metodi e risultati e quindi inserirsi nel lavoro di molti che nel pianeta lavorano ricercando e sviluppando la biodinamica.
L’intervento di alcuni agricoltori ha reso la discussione molto interessante e ha consentito di vedere l’inconsistenza di molte delle contrapposizioni spesso basate su notizie infondate e mancanza di confronto.
L’incontro si è concluso con molti agricoltori soddisfatti e con una comune speranza di un prosieguo futuro.