
Biodinamica quotidiana
Bisogna provare, esercitarsi quotidianamente. In situazioni “non protette”, quando siamo fuori dalla nostra bolla, proviamo a pronunciare la parola “biodinamica” e annotiamo mentalmente le reazioni. Sono un’assidua utilizzatrice di BlaBlaCar, la piattaforma di carpooling, e la uso spesso per andare a Parma, presso gli uffici di Demeter Italia. Le conversazioni iniziano quasi sempre nello stesso modo, chiedendosi reciprocamente la ragione del viaggio. Quando rispondo “Vado in Demeter” si crea un silenzio esitante, che – per dire – non si crea quando qualcuno risponde “Vado in Barilla”, ma nemmeno quando qualcuno risponde “vado in Chiesi”. Sulla Barilla, si riceve l’assenso immediatamente, sulla Chiesi magari c’è una domanda di controllo “la casa farmaceutica?”.
Ma quel silenzio lì, che sfocia regolarmente in “…e sarebbe?…” non è il peggio che può succedere. Il peggio arriva dopo, quando rispondo “L’ente certificatore dell’agricoltura biodinamica”. A quel punto il coraggio di un altro “… e sarebbe?” i compagni di viaggio non lo trovano, tocca a me interrompere il vuoto spiegando cosa “sarebbe” l’agricoltura biodinamica.
Ed ecco che gli astanti provano a recuperare frammenti di sapere sparsi nella memoria: “ah.. sì… mi pare di averne sentito parlare… sono quelli che fanno tutti quei riti strani, giusto?”. Buttarsi dall’auto in corsa non è un’opzione e quindi animo e pazienza e spiego un po’ meglio, sperando di sostituire quei frammenti di memoria con le informazioni che vado offrendo.
Tuttavia, ad onor del vero, le cose un po’ alla volta stanno cambiando. Nei primi sei mesi del 2023 le occasioni in cui Demeter e più in generale la biodinamica sono state al centro di di articoli e interviste si sono moltiplicate. Parlo ovviamente solo di quelle non denigratorie, se no sarebbe fin troppo facile vincere: qui “il bene o male purché se ne parli” non vale, i sedicenti esperti pronti a dare addosso alla biodinamica sono di facilissima reperibilità.
Quella che finora è mancata, invece, è una comunicazione pacata, serena e – perché no – piacevole e quando possibile divertente, che chiarisca cosa è l’agricoltura biodinamica, come mai è su questo mondo da cent’anni e da cent’anni dà prova di grande flessibilità, modernità, capacità di futuro.
Dai primi di giugno, inoltre, è online il nuovo sito di Demeter Italia, i cui testi e la cui grafica, oltre alla struttura, sono stati interamente rivisti e che offre al lettore la possibilità di capire in cosa consistono le basi di questo metodo di produzione agricola e che tipo di requisiti devono avere le aziende che desiderano la certificazione (primo requisito su tutti: devono essere aziende già certificate biologiche).
Ma non bisogna solo “ricevere” l’interesse altrui, bisogna anche andare a cercarlo: da qualche settimana è iniziata una campagna pubblicitaria su Internazionale (in foto la prima uscita), che continuerà per tutto l’anno, e a breve inizieranno altre campagne pubblicitarie su altri mezzi di comunicazione, con l’obiettivo di rendere quotidiana la frequentazione dei cittadini non solo e non tanto con il marchio Demeter, quanto con il concetto di agricoltura biodinamica. Non dico che puntiamo ad avere la stessa familiarità del consumo di pasta o la stessa “regolarità” del consumo di Euchessina, ma se tra qualche mese, in un viaggio in car-pooling qualcuno mi risponderà “Ah, Demeter, quelli della biodinamica, giusto?”, vorrà dire che stiamo progredendo.
Cinzia Scaffidi